Le chiese storiche di Torre del Greco

Nella città di San Vincenzo Romano non possono mancare numerosi edifici di culto, chiese dalla grande storia, in questa pagina ci limitiamo ad elencarli con una sommaria presentazione, ci torneremo su con descrizioni più approfondite.

Basilica di S. Croce, costruita sulle rovine di quella cinquecentesca distrutta dall’eruzione vesuviana del 1794. E’ in stile neoclassico, di quella corrente purista che, ai primi del secolo scorso, si rifaceva ai modelli rinascimentali. L’interno, ampio, a croce latina, ha sull’altare maggiore la tela “L’invenzione della Santa Croce” e nel transetto di sinistra un altare ove è l’urna con le spoglie di San Vincenzo Romano (1751-1831) parroco animatore della ricostruzione cittadina dopo l’eruzione del 1794, e una cappella che conserva un frammento del legno della Santa Croce. È ora visitabile anche la vecchia Sacrestia seppellita dalla lava del 1794.

Chiesa di S. Maria Assunta, costruita su un’altra chiesa del secolo XVII che fu sede di un’attiva confraternita religiosa, mostra ancora quattro fosse di sepoltura e due ossari ove sono i resti mortali dei soci.

Chiesa di S. Maria di Costantinopoli, sita nel vecchio quartiere marinaro, accanto all’antico mercato del pesce, fu costruita nel secolo XVII per venerare la statua della Madonna che era stata tolta ai corsari in una presa di vascello, dal corsaro Andrea Maldacena, “flagello e terrore di tutti i lidi di Barberia”. Fu sede del Pio Monte dei Marinai, associazione che soccorreva i marinai e i pescatori poveri torresi con denaro, viveri e medicine e riscattava i naviganti che venivano catturati. Pregevole l’imponente organo, in legno dorato, che fronteggia l’altare maggiore.

Chiesa del SS. Sacramento e di S. Michele Arcangelo, anche per questa piccola chiesa l’eruzione del 1794 è stata fatale e ne ha determinato l’attuale aspetto un po’ tozzo, essendo solo la parte superiore della chiesa originaria. Dalla porta a sinistra dell’ingresso è possibile accedere, mediante una lunga scala, alla chiesa sottostante sepolta dalla lava, trasformata in terra santa, nella cui sacrestia sono ancora presenti pitture murali di Simonelli e De Matteis.

Chiesa di S. Maria delle Grazie, pregevole negli stucchi e nelle decorazioni, posta presso la Porta di Capo Torre risale almeno ai primi del 1600. Seppellita in parte dall’eruzione del 1794, quella attuale è un riattamento della chiesa superstite. Sono del 1930 gli affreschi di Raffaele Sammarco. L’annesso convento dei Padri Francescani Zoccolanti cela numerosi affreschi settecenteschi che aspettano solo di essere restaurati e riscoperti.

Chiesa di S. Maria del Principio, originariamente una piccola edicola, ospitante un affresco della Madonna orante, divenuta poi cappella e quindi chiesa. Seppellita dalla lava del 1794, ricostruita con progetto di Ignazio Di Nardo, mediante un accesso interno consente la visita alla cappella originaria miracolosamente scampata all’eruzione ed altrettanto miracolosamente ritrovata. Un piccolo museo rende la visita alla chiesa ancora più interessante.

Chiesa di S. Pietro a Calastro, antichissima chiesetta (i primi documenti che ne segnalano l’esistenza risalgono al 1042) dedicata a S. Pietro, che una leggenda (priva di fondamento) vuole sbarcato proprio sulle coste di Calastro, nel viaggio che dall’Oriente lo portò a Roma. Contiene una tela raffigurante S. Pietro tra S. Vito e S. Stefano ed il committente, Stefano Raiola, alla cui famiglia apparteneva la chiesa, con abiti dell’epoca (1606).

Chiesa di S. Teresa dei Frati Carmelitani, imponente struttura settecentesca, finanziata da Napoli e scampata all’eruzione del 1794 ma non ai bombardamenti del ’43 che ne distrussero tutte le opere di valore, la bellissima sacrestia e l’annesso convento ricco di una vasta biblioteca. L’attuale dipinto sull’altare, del 1969, è di Gennaro Cuocolo.

Chiesa di S. Maria di Portosalvo, protettrice di marinai e pescatori. Si deve ad un commerciante di piazza di Portosalvo a Napoli la realizzazione di questa chiesa inaugurata nel 1801 e divenuta parrocchia nel 1944. Nella facciata riporta un’immagine della “Madonna Stella Maris” a piastrelle colorate mentre all’interno, ad unica navata, troviamo affreschi del torrese Antonio Ascione. Sull’altare la Madonna col Bambino con, sullo sfondo, il Vesuvio ed il porto di Domenico Lettieri.

Chiesa della SS. Annunziata, insieme all’annesso convento fu edificata nel 1568 ma nel corso dei secoli ha subito notevoli trasformazioni che hanno profondamente mutato l’asciutto impianto primitivo. Oltre al quadro dell’Annunciazione, di un ignoto del cinquecento, notevoli sono anche due tele di Andrea Vaccaro (S. Francesco e S. Antonio di Padova) ed una tela raffigurante il Padre Eterno e la Colomba dello Spirito Santo di Francesco De Mura. Da vedere anche la bella sacrestia.

Chiesa di S. Michele al Colle, sul Colle di S. Angelo, ceduto nel 1602 ai Padri Eremitani Camaldolesi che vi edificarono un convento e la chiesa dedicata all’Arcangelo Michele che già aveva in loco una piccola cappella. L’elegante facciata bianca in stile barocco introduce ad un interno ricco di stucchi e marmi. Pregevole l’altare settecentesco e la sacrestia con un coro in legno intarsiato e volte affrescate. La vista che si gode dall’ampio terrazzo prospiciente dona altri momenti di suggestione al visitatore.

Chiesa di S. Maria del Pianto, costruita su una grande fossa comune nella quale furono sepolti 1500 torresi, morti durante la pestilenza del 1656, conserva due tele di pittori settecenteschi napoletani: una Addolorata e un San Rocco che intercede presso Gesù per gli appestati.

Chiesa di S. Maria del Carmine, costruita nel secolo XVI dai Padri Carmelitani insieme all’attiguo convento che ora ospita l’Istituto Statale d’Arte e il Museo del Corallo che raccoglie lavori di incisione sul corallo, sulla madreperla, sulla conchiglia, sull’avorio e sulla lava, nonché modellini di vecchie barche coralline torresi. E’ ricca di decorazioni pittoriche e statue lignee.

Santuario della Madonna del Buon Consiglio, caparbiamente voluto da don Raffaele Scauda, giovane sacerdote nella povera contrada Leopardi fu inaugurata nel 1906 grazie all’aiuto dei locali e della marchesa Eleonora De Cillis-Carafa d’Andria. Con l’annesso orfanotrofio fu distrutto durante la guerra e ricostruito sempre da don Scauda più grande di prima aggiungendovi anche una Scuola di Avviamento Professionale Femminile a tipo industriale. Di stile pulito, quasi moderno, è la chiesa più grande della popolosa frazione di Leopardi. Vi si tiene la Mostra Biennale di Arte Sacra.

Chiesa di S. Antonio dei Brancaccio, sorta per volere di donna Agnese Ascione in memoria del marito, il medico e sindaco torrese Antonio Agostino Brancaccio, e progettata dal prof. Enrico Taverna, in stile gotico revival o rinascente.

Chiesa di S. Antonio dei Frati Francescani, dal 1925 al 1952, durarono 27 anni i lavori per erigere questa chiesa, in stile neo-romanico, progettata dall’arch. Guerra. Il complesso comprende anche numerose sale, una biblioteca, un refettorio, la cucina, ecc.

Chiesa di S. Maria del Popolo, in stile orientaleggiante con ibridi motivi barocchi nel portale e nelle finestre fu progettata dall’ing. Armando Ventrella, a pianta quasi quadrata e sormontata da un’alta cupola, sulle rovine del vecchio complesso (che comprendeva anche il vecchio ospedale Maresca) distrutto da un bombardamento nel 1943.

Chiesa di S. Giuseppe alle Paludi, già cappella privata della famiglia Brancaccio.

Cappella della Sacra Famiglia, in contrada Carotenuto.

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