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Tratto da
Uomini e Fatti di
Torre del Greco
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VINCENZO ROMANO

L'INIZIO DI UNA DELLE PIU' GRANDI ERUZIONI DELLA STORIA DEL VESUVIO

 

Il 15 giugno del 1794 ricorreva la festa della SS.Trinità, giornata particolarmente cara a don Vincenzo: gli ricordava la sua prima Messa celebrata nella chiesa di S.Croce nel 1775, proprio nel giorno della detta festa.
La giornata domenicale trascorse serena e nulla faceva prevedere ciò che la Natura stava preparando ai danni di Torre del Greco.
Verso un'ora e un quarto di notte (ore 21,15 circa) i torresi avvertirono una leggera scossa di terremoto, ma non si allarmarono troppo: ne avevano avvertita un'altra il giovedì, ed era stata abbastanza più forte, e poi la «montagna» era così calma…
Poco più di un'ora dopo, si vide il cielo rosseggiare. Sulle vecchie formazioni del monte Somma, su cui sorse il Vesuvio nel 79 d.C., poco al disotto della «spianata» detta Piana delle Ginestre, in pochi minuti si aprirono undici bocche. Si trattò, in sostanza , di una fenditura verticale di 600 metri di lunghezza e larga trenta. Il Vesuvio aveva dato inizio ad una delle più grandi eruzioni della sua storia.
Il campanaro di S.Croce, che era di guardia, prese a suonare a martello, aiutato da altra gente accorsa. Tra le campane ce n'era una, della quale ancora oggi sentiamo i rintocchi: è quella che dalla sua cella si affaccia su via Salvator Noto.
Le campane, come gli esseri umani, hanno anch'esse la data di nascita e i nomi di battesimo. La nostra, che superò la prova del fuoco, «era nata» a Napoli il 1753, nella fonderia di Nicola Astarita, e quando fu benedetta le imposero i nomi di Michele, Gennaro, Immacolata.
Per alcune ore si credette che la lava stesse dirigendosi verso Resina, e questo fece perdere del tempo prezioso, perché si sarebbero salvate molte cose. Solo alle prime luci dell'alba del giorno 16, fu constatato che la lava era giunta alla contrada Tironi e avanzava inesorabilmente su Torre del Greco.
Il fianco destro del torrente di fuoco, avanzò più speditamente, data la mancanza di ostacoli (la lava vulcanica davanti agli ostacoli si ferma per qualche tempo e poi riprende il cammino) e alle ore 7,15, dopo di aver travolto la Porta di Capo Torre e la chiesetta di S.Maria del Principio, per scarso flusso, si fermò a poca distanza dal mare.
Alla stessa ora, quando l'orologio della chiesa di S.Croce aveva appena suonato i rintocchi delle 7,15, il grosso dell'enorme massa di lava premeva sul fianco della chiesa. Dopo alcuni minuti del sacro efidicio, non esisteva più alcuna traccia, mentre il campanile resistette.
E' bene precisare che Torre del Greco non fu distrutta nella NOTTE del 15 giugno, come finora hanno scritto molti storici torresi, ma nel GIORNO 16 giugno. L'errore scaturì oltre che dalla pessima descrizione tramandataci, anche dall'epigrafe murata sull'architrave della porta principale della nuova chiesa di S.Croce, dato che l'antica non fu distrutta il XVII. KAL. JUL. (15 giugno), ma il XVI. KAL. JUL.(16 giugno).
Lo stesso dicasi per la lapide murata nel campanile, poiché anche se l'eruzione ebbe inizio il 15 giugno (e nella storia si segna sempre la data d'inizio), il campanile resistette immoto il giorno dopo: 16 giugno.
Nella storia, l'ordine cronologico dei fatti accaduti non può essere alterato sia pure per un solo minuto. Quindi non è pignoleria la nostra precisazione. E non è ancora finita:
Sulla porta della chiesa di S:M. di Portosalvo, 'ncopp''a Scarpetta, nell'iscrizione di quella lapide, murata nel 1801, appena otto anni dopo l'eruzione, si riscontra un errore ben più grave, perché l'orrenda e ardente lava del Vesuvio giunse a quel punto, nelle prime ore del pomeriggio del 16 giugno 1794 (XVI Kal. Julias che corrisponde al 14 giugno. Stando all'epigrafe, la lava ardente sarebbe arrivata a quel punto, addirittura ventiquattro ore prima che l'eruzione si fosse verificata, e che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, ebbe inizio la sera del 15 giugno 1794, intorno alle ore 22,30. Vogliate scusare la digressione.
I registi della parrocchia, salvati dalla distruzione, furono portati nella chiesa del Carmine che ebbe funziona di chiesa parrocchiale, e fin da quel giorno si pensò alla riedificazione della chiesa di S.Croce.

PROGETTO DELL'INGEGNERE IGNAZIO DI NARDO ED INIZIO DEI LAVORI PER LA RICOSTRUZIONE DELLA CHIESA DI S. CROCE