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Tratto da
Uomini e Fatti di
Torre del Greco
pagg. 203/249
 
 
 
VINCENZO ROMANO

INTRODUZIONE

 

(…) Non intendiamo scrivere la biografia del Beato: sarebbe una volgare scopiazzatura da opere nelle quali l'argomento è stato ampiamente trattato da autori edotti in materia, quali il rev. Giuseppe Romano (1881); il rev. Luigi Scognamiglio (1912); il sac. Camillo Balzano (1932) e mons. Salvatore Garofano (1963) e altri ancora disseminati nel tempo e che non conosciamo, tranne un antico postulatore, don Leopoldo Colantuono, «'u prèvete 'i scippillo»che pur doveva scrivere qualcosa su Vincenzo Romano.
Noi ci limiteremo a registrare piuttosto quegli EVENTI STORICI di cui non si è parlato mai e di quelli sui quali non si è detto la verità, con particolare attenzione sui FATTI PIU' SALIENTI ACCADUTI A TORRE DEL GRECO DURANTE LA VITA TERRENA DEL ROMANO

Nel 1780, Ferdinando IV aveva rivolto la sua attenzione alla strada Napoli -Torre Annunziata e gl'ingegneri Antonio Winspeare e Ignazio di Nardo avevano iniziato i lavori, incominciando dal Ponte della Maddalena. Nel progetto era prevista anche la costruzione di una nuova strada a Torre del Greco che dalla Porta di Capo Torre andasse a congiungersi con la Via Episcopale, in modo da servire per scorciatoia ai veicoli che erano costretti a seguire l'unica via esistente che serpeggiava nel centro abitato, e anche perché lungo la progettata strada Gaetano De Bottis stava costruendo il pubblico mercato. Lo stesso De Bottis, data la sua amicizia col primo ministro Tanucci, aveva restaurata ed abbellita la Porta di Capo la Torre, aveva recuperata l'acqua del Dragone, aveva costruito i nuovi lavatoi, il mulino, la nuova fontana e il palazzo della Dogana della farina. Altre nuove opere intendeva realizzare, quale il porto per le «coralline», l'ampliamento e una nuova sistemazione del Largo della Chiesa e se queste nuove opere non furono realizzate fu solo perché, nel 1776, il Tanucci, per volere della regina, fu costretto a lasciare la carica di primo ministro.
Ed era anche ora, perché il regno di Napoli in realtà aveva regnato sempre da Madrid, Carlo III, padre di Ferdinando.
Trascorse un decennio durante il quale gravi sconvolgimenti politici andavano maturandosi in Europa. In Francia, i parigini, il 14 luglio 1789, avevano preso d'assalto la Pastiglia e da quel giorno incominciarono a traballare tutti i troni del Vecchio Continente.

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