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Tratto da
Uomini e Fatti di
Torre del Greco
pagg. 203/249

 

 

 

nell'immagine:
Il re Gioacchino Murat nel 1812
(dipinto di A.Calliano, nel Palazzo Reale di Caserta)

 
 
VINCENZO ROMANO

IL «DECENNIO FRANCESE»

 

Nel 1806, dicevamo, ebbe inizio il cosiddetto «decennio francese» che durerà fino al maggio del 1815. Regnò per primo Giuseppe «Napoleone» Bonaparte (30 marzo 1806 - 2 luglio 1808) e poi Gioacchino «Napoleone» Murat ( 30 marzo 1808 - 19 maggio 1815), ed anche questo periodo fu particolarmente triste per la Chiesa Napoletana, sacrificata e perseguitata con ogni sorte di angherie.
Il ministro di Polizia, Antonio Saliceti, inviò a Torre del Greco un uomo più feroce di lui, un certo monsieur Craisson. Questi - scrive Camillo Balzano -

Si portò dal parroco, per trarlo ai suoi disegni. Il Venerabile gli resistette su tutto il fronte, e quando si fu alle minacce, disse: - Quando si tratta della glori di Dio, ecco la mia vita, non temo nessuno.

Ed è da questo punto che due vite divennero parallele: quella di Pio VII e quella di Vincenzo Romano,
Anzi la risposta data da don Vincenzo al commissario francese, anticipa di tra anni quella data dal grande pontefice al generale Miollis nella notte tra il 5 e il 6 luglio del 1809.
Fin dal 10 giugno, il cannone di Castel S. Angelo, aveva dato l'annuncio che Roma era diventata città imperiale ( l'episodio è ricordato nel finale del primo atto della «Tosca» di Giacomo Puccini), e nell'istesso istante il tricolore francese garriva sullo stesso castello.
Pio VII (Giorgio Barnaba Chiaramonti, Cesena, 14 agosto 1742 - Roma, 20 agosto 1823) si chiuse nel palazzo Quirinale ed emanò la BOLLA «Quum memoranda illa die seconda februari Gallorum copiae» con la quale scomunicava Napoleone Bonaparte e pure i francesi.
Nella tarda serata del 5 luglio i francesi circondarono il Quirinale e nella notte, in tutta segretezza, per mezzo di lunghe scale a pioli, penetrarono nel palazzo. Il papa, accortosi di quanto stava avvenendo, si fece trovare nella sala delle udienze con i cardinali Pacca, Despuig e altri prelati, e al generale Miollis che era andato da lui per arrestarlo, così rispose:

L'imperatore potrà farci a pezzetti, ma non otterrà mai questo da noi.

Alludeva alla rinuncia temporale imposta da Napoleone.
Eppure quel papa mite e modesto, che non aveva nemici, dovette partire per l'esilio assieme al Cardinale Pacca, avendo in tasca, tutti e due, una lira e settantacinque centesimi. Viaggeremo all'apostolica - disse Pio VII.
Nei giorni seguenti per le vie di Roma apparvero dei cartelli coi versi dell'Alighieri:

Veggio………
E nel vicario suo Cristo esser catto.
Veggiolo un'altra volta esser deriso;
Veggio rinnovellar l'aceto e 'l fele.
(Purg. XX, 87-89)

Mentre questo avveniva a Roma, un umile parroco nella lontana Torre del Greco piangeva e pregava per la liberazione del pontefice. Pietro è in carcere - egli diceva tra le lacrime; certamente il suo pensiero correva al cardinale Ruffo Scilla, vescovo della sua diocesi, anch'egli esiliato, mentre sulla cattedra di S. Aspreno sedeva mons. Bernardo Della Torre, imposto dai francesi.
Nel frattempo, il 23 maggio 1808, Giuseppe Bonaparte aveva lasciato Napoli, chiamato dal fratello ad assumere il trono di Spagna, e il 6 settembre era giunto a Napoli il cognato Gioacchino Murat, impennacchiatissimo e acclamatissimo dalla popolazione che vedeva in lui il Rinaldo dell'opera dei pupi. Infatti il 5 ottobre riuscì, grazie anche a Giovanni Bausan, a cacciare gli inglesi dall'isola di Capri.
La sera stessa ad acclamare l'eroe al largo del Palazzo, in prima fila, in rappresentanza del clero napoletano c'era mons. Bernardo della Torre, vicario generale dell'Arcidiocesi, vecchio massone, giansenista e gallicano.
Il sole napoleonico di Austerliz, tramontato sulla Beresina, calava all'orizzonte anche in Europa, e prima ancora che abdicasse a Fontanebleau (11 aprile 1814) l'Imperatore dei francesi diede ordine di liberare il papa.
PIO VII, il 31 marzo era già a Bologna e dopo una sosta a Cesena, sua città natale, il 24 maggio faceva il suo INGRESSO TRIONFALE A ROMA

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