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Tratto dal n°15
de LA TORRE
7.10.1978
dalla  I pagina
 
Ha avuto appena il tempo di farsi amare
 
La morte di Papa Luciani

di Raffaele Raimondo


Venerdì 29 settembre, ore 6,30 passate da poco.
Coloro che avevano sintonizzato il loro apparecchio radio sulla frequenza delle stazioni del secondo programma , non dimenticheranno mai l'incredulità e lo sgomento provati in solo pochi secondi in quel triste mattino. La lettura del GR2 interrotta di colpo a microfono aperto e delle voci sommesse e concitatamente incrociarsi. Dal tono della pronunzia, si capì subito che qualcosa di grave era accaduto, e che l'annunciatore e gli altri presenti nello studio non sapevano il da farsi.
- Allora dobbiamo interrompere? - domandò l'addetto alla lettura del telegiornale.  - Direi di sì - rispose un'altra voce - interrompiamo... Ancora attimi di esitazione e poi la tremenda comunicazione. Pur di fronte alla terribile realtà, traspariva, attraverso la sua riluttanza, l'incredulità di chi si accingeva a dare al mondo la ferale notizia... Poi la messa in onda della registrazione del comunicato irradiato dalla Radio Vaticana.
Appena nel numero scorso, in una «manchette» nella prima pagina del nostro giornale, augurammo a papa Giovanni Paolo I, una «lunga vita in un felice ed illuminato pontificato». E, col pensiero, augurammo anche a noi stessi di vederlo per molti anni alla guida spirituale degli uomini, oltre che fragili, tante volte indegni di professarsi cristiani.
Egli era proprio il papa adatto ai tempi che corrono.  Innalzato alla più alta cattedra, soffriva di vertigini perché non era per niente cattedratico: perciò le sue parole semplice, attraverso la Sua voce suadente, accompagnata dal suo aperto sorriso, andavano subito al cuore di chi l'ascoltava. Il suo sogno preferito era l'insegnamento del catechismo ai fanciulli. Non a caso Egli accennò fugacemente alla Sua mamma quando, tenendolo sul grembo, gli raccontava le gesta di Gesù, come facevano tutte le mamme di una volta. Egli era rimasto come un fanciullo, perciò alle nostre scarne parole vogliamo aggiungere quelle di Geno Pampaloni, pubblicate da «Il Tempo» (30/9) e riportate da «L'Osservatore Romano» (1/10).
«Come sarebbe impossibile e irrispettoso tracciare, dopo poco più di un mese dalla elezione di Giovanni Paolo I al soglio pontificio, un bilancio del su pontificato, così sarebbe altrettanto presuntuoso e forse blasfema cercare di decifrare il segno racchiuso nella sua morte improvvisa»
«E' passato come un fanciullo: ilare, scanzonato, un po' sbarazzino...».
«Ha portato nella Chiesa il sorriso aperto della bontà, la spontanea cordialità popolare, l'umiltà della saggezza e, oserei dire, il volto indifeso dell'innocenza. Così lo ricorderemo con il rimpianto di qualche cosa: che ci è stato sotratto anzitempo, ancora intatto di promesse e di futuro. Come un fanciullo».

***

Appena eletto, dalla loggia della Basilica Vaticana, rivolto alla immensa folla, raccontò di quel cardinale che Gli aveva detto: - Su, coraggio, se il Signore manda un peso, dà anche la forza per poterlo sostenere. Indi paragonando Lui stesso ai suoi predecessori, Giovanni XXIII e Paolo VI, fece intendere che non aveva le doti degli altri due e aggiunse subito: - Ora sono qui e spero tanto che voi mi aiutate con le vostre preghiere -
Nel prendersi sulle sue spalle la pesantissima Croce, nell'ansia di servire il Signore e la Chiesa, l'ha abbracciata e sollevata con tanto amore e con una veemenza tale, che il suo fisico sembrava vacillasse. S'è schiantato nella notte, solo, mentre era intento a leggere nel silenzio della sua stanza all'ultimo piano del palazzo apostolico così vicino a Dio. Forse più che leggere meditava con il pensiero rivolto a tutto ciò che oggi accade in Italia e nel mondo intero.
Come in una visione consentita soltanto alle anime buone e sensibili come la Sua, avrà visto troppo sangue scorrere. L'avrà visto prima vermiglio ricco di giovinezza, simbolo della vita e dell'amore e poi diventare aggrumito e scuro, simbolo di odio e di morte. Ed Egli, che attraverso il Suo dolce sorriso, con la simpatia, emanava amore e vita, non ha resistito. Non ha resistito perché non era una visione. Era, purtroppo, la orribile verità.