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Tratto dal n°7
de LA TORRE
30 - 4 - 1969

 
 
La voce del padrone

registrazione di RAFFAELE RAIMONDO

Il solito foglietto avente la redazione e l'amministrazione a levante e la direzione a ponente, quell'organetto più o meno ufficiale di una determinata corrente o gruppo di potere, ò uscito col dente avvelenato. Oltre alle solite chiacchiere sui problemi cittadini, sulle visioni globali di stru...tturazioni e fondazione di enti che, guarda caso fa rima con denti, riporta incorniciato un elenco di insulti a nostro carico.
Convinto di averci colto in fallo, un Eta-Beta qualsiasi non poteva non cogliere l'occasione per dar sfogo alla sua avversione al nostro giornale, che a certe persone dà fastidio perché si è assunto il ruolo di segnalare alla pubblica esecrazione quelli che, anteponendo a tutto le loro ambizioni personali, non si fanno scrupolo di mettersi sotto i piedi gli interessi della città. Il povero Eta-Beta è però scivolato sulla sua incapacità di comprendere l'umorismo e insieme con lui sono incappati nello stesso incidente tutto il corpo di redazione, i revisori e gli ispiratori dell' «organetto».

Il nostro C. A. Ciavolino in chiave umoristica osa proporre la demolizione della
VILLA DELLE GINESTRE
però l'intelligenza di Eta.Beta non afferra l'ironia e ... dàgli a La Torre per aver pubblicato tale mostruosa notizia. Ne consegue, secondo lui, che il nostro giornale avrebbe idee poco chiare e incongruenti circa la restaurazione e la destinazione della

DIMORA DI LEOPARDI
della quale diremmo bene e che vorremmo valorizzarla quando ne parliamo noi e vorremmo abbandonare e addirittura abbatterla quando ne parlano gli altri, cioè loro.
Per Eta-Beta noi avremmo cambiato parere solo per spirito di contraddizione nei loro particolari riguardi, soltanto per il gusto di contraddirli comunque e a tutti i costi. E si badi bene osano levar la voce proprio coloro che, occupando posti di responsabilità da tempo, avrebbero proprio loro dovuto risolvere, come essi dicono, il «problema». A larghe mani ci hanno profuso una lunga serie di insulti ritorcendo su di noi proprio l'interessata funzione del loro stonato violino dedito a far solo serenate e fra i tanti quello che il nostro giornale non crolla perché si piega (infatti esso si piega dopo uscito dalla machina per essere spedito ai nostri lettori), senza accorgersi che il loro organetto è nato proprio perché il nostro giornale non si è piegato come essi intendono. Esso

NON CROLLA E NON SI PIEGA
perché da queste colonne non si levano osanna a chi detiene il potere, ma si indicano e si inchiodano alle loro responsabilità tutti coloro che sono stati e sono la causa prima della

DISAMMINISTRAZIONE
con la conseguente rovina della nostra città.
Siamo sempre insorti contro tutte le malefatte da chiunque commesse, abbiamo sempre difeso il panorama, un quadratino di verde, l'aspetto decoroso delle vie, segnalata la carenza igienica e via dicendo. Tutte cose, che purtroppo essi hanno trascurato. Abbiamo perfino tentato, in un impeto di amore verso la nostra città, di spezzare la spirale di diffidenza e di rancori politici (e non politici) delle correnti niente affatto ideologiche che dilaniano il partito di maggioranza, ed abbiamo avuto il benservito con l'essere definiti «scalmanati» e di aver il «pallino».


Eravamo «scalmanati» ed avevamo il «pallino» perché volevamo rinsaldare, con un rinnovamento di uomini, quel partito al quale noi non apparteniamo, mossi soltanto dallo interesse di dare un'amministrazione compatta ed efficiente al paese.
Dicono inoltre: «Voi non sapete né quello che volete né quello che chiedete». A parte il fatto che chi chiede vuole e chi vuole chiede, (essendo la stessa cosa, la necessità di coprire lo spazio non giustifica la ripetizione) da quanto abbiamo scritto sopra e da quello che scriviamo con insistenza da molto tempo appare chiaro quello che vogliamo, anche se essi fingono di non capirlo.
Da parte nostra, invece, è facile domandarsi perché essi cianciano tanto se quello che propongono è sempre dipeso e dipende esclusivamente da loro e sono proprio loro a non farlo. Ma è ancora più facile trovare la risposta, costatando come fanno con diligenza ed accanimento soltanto quello che vogliono nel loro interesse, e come cocciutamente si oppongono a tutto ciò che non va al di là del proprio... naso, stavo per scrivere interesse.
Si vede proprio che l'anemia del loro giornale sta diventando perniciosa e che è arrivata quasi alla leucemia.
Il titolo dell'inserto insultatorio, poi, non offende tanto noi quanto offende il bue quel maestoso animale di carducciana memoria, docile e laborioso, mentre esalta l'asino conosciuto sin dalla Creazione come recalcitrante, traditore, caparbio e ... sinonimo di ignoranza.
L'emblema se lo sono scelto loro pensando col cervello del ... padrone, e noi democraticamente rispettiamo i loro gusti. Pensando sempre con l'autonoma nostra mente, sappiamo bene che:

IL CERVELLO E' QUELLA COSA / FATTA APPOSTA PER PENSARE /
LA STRAGANZA MAGGIORANZA / OGGI PENSA CON LA PANZA / 
IL CERVELLO 'E CHISTE 'E MO' / PARE CHE PONZI ... PONZI .. PO'!

Anzi per premiare il loro innegabile merito concediamo ad essi con grande piacere l'ambita onorificenza da noi istituita proprio in questi giorni, cioè

IL FIASCO D'ARGENTO
Riguardo poi ai discorsi delle femminelle della piazzetta (vedi teatro piccolissimo), rispondiamo che proprio su quelle si basa la loro piattaforma elettorale così dura ad essere smantellata non per convinzione, ma perché è qui che casca


L'ASINO OSTINATO
il quale quando ha imparato la via della stalla, finché non muore, sempre quella vuol percorrere e non ci sono «pereconate» sufficienti per convincerlo a deviare.
Passiamo ora ad un altro articolo e chiariamo subito che non è un oggetto che vogliamo vendere: noi non vendiamo niente soprattutto non vendiamo chiacchiere a nessuno. Parliamo proprio dell'articolo


I GIUOCHI DELLA GIOVENTU' O LUDI JUVENILES
come una volta venivano chiamati.
Secondo loro dobbiamo ringraziare gli organizzatori e lo facciamo ipso facto e soprattutto dobbiamo ringraziare il «Roma» per aver «gettato» l'allarme. Non sappiamo se lo abbia «gettato» dalla finestra come fanno alcune nostre concittadine, forse quelle di cui sopra, con i sacchetti a perdere bene ... imbottiti. Comunque è sempre preferibile ricevere in testa un «allarme» che un sacchetto pieno di quella roba.
Ma lasciamo stare la forma, guardiamo piuttosto alla sostanza. Dicono, insomma, che il Comune spende una cifra enorme per la Festa dei Quattro Altari e non bada ad organizzare e a finanziare manifestazioni sportive e concludono che

LA FESTA DEI QUATTRO ALTARI NON S'HA DA FARE
perché questo «grande» bubbone divora diversi milioni che potrebbero di certo trovare più felice destinazione (Si capisce subito quale sarebbe questa «felice destinazione»).
E' una festa, essi dicono, che ha perso ogni mordente, ogni attrattiva almeno nell'attuale configurazione, sia sul piano artistico (nello stesso giornale si esaltano l'ingegno e l'estro artistico dei torresi che si è tramandato nei secoli «fino ai nostri giorni, conservando inalterato tutto il fascino dell'antico e tutta la vitalità del presente»), sia su quello storico -culturale e forse anche quello religioso. Insomma essi

CONTESTANO
e per metterci in linea con i tempi    

CONTESTIAMO
anche noi dicendo che se la festa ha perduto ogni mordente sul piano artistico, storico e culturale è colpa del momento, perché ci troviamo nella seguente paradossale situazione: siamo seppelliti sotto una valanga di artisti, premi di disegno, mostre nazionali ed internazionali, arte pop ed arte «prora», ma quando si tratta di allestire le quattro fetecchie, eccettuato qualcuno che sa il fatto suo e sul quale si può fare affidamento, non si trova un cane.
Sul piano storico non si sa il perché in un periodo in cui si apprezza tanto il valore della libertà, così duramente riconquistata, non si vuole più mettere in evidenza il significato ed il valore del riscatto del popolo torrese seppure è avvenuto quando la Festa già si celebrava.
Non si può negare che fu proprio da quell'evento storico in poi che la Festa acquistò importanza e maggiore sfarzo.
Sul piano religioso (è inutile il «forse») pensiamo che certe decadenze dovute a pericolose concessioni sono causate dalla piana virulente del conformismo attuale che producono le messe - beat, la contestazione, la ribellione ai pastori della Chiesa, il materialismo ed il mediocre «modernismo» scambiato per progresso.
Il fatto vero è che con la Festa dei Quattro Altari non si può fare una pubblicità diretta come in altre manifestazioni più utili ai loro fini, nelle quali appaiono chiare le intenzioni dei vari presidenti, sottopresidenti ed allievi vice sottopresidenti. Ma poi, perché non pubblicare l'elenco completo del Comitato della Festa dei Quattro Altari? Sono circa una quarantina e anche li appaiono i loro nomi, anche se molti di essi vi stanno come 'a ll' 'asene 'mmiezo 'e suone. Quanti di loro sono stati o sono in grado di dare un vero contributo di operosità e di competenza per rendere la Festa più bella ed interessante? Gli «... scienziati» che da parecchi anni hanno partorito il «grande» bubbone sono loro, sempre loro.
Il colmo che essi dichiarano di contestare decisamente la Festa perché «non ha senso parlare di feste, quando una città versa nelle condizioni miserevoli in cui versa la nostra, in cui non si riesce a trovare neanche un po' di acqua e sapone per lavare la faccia». Qui è il caso di dire «avere la faccia pulita non vuol dire averla pure tosta, cioè dura, perché se la città si trova in tali miserevoli condizioni la colpa è proprio la loro, che con una maggioranza assoluta hanno dato triste spettacolo nel passato, a danno della città, e dopo tante amare esperienze nemmeno ora, dopo le ultime elezioni, sono riusciti a creare un amministrazione funzionante.
«E' ora di rimboccarsi le maniche e di essere seri» essi dicono. C'è veramente da ridere, ma forse ancor più da piangere ma


IL NUOVO SINDACO
questo vuol fare. Ha già le maniche rimboccate: nell'interesse comune perché non gli danno una mano? La sua ideologia politica è anche la loro e non ha senso il dire che non esprime la maggioranza. Purtroppo, però, dai manifesti affissi a loro cura, trapela chiaramente:

LA VOCE DEL PADRONE
e chi legge capisce che

VUOLSI COSI' DOVE SI ... VUOLO
per i cittadini torresi non fa una grinza se ci sia un sindaco oppure un altro; non importa che ci sia un'amministrazione «ortodossa» oppure no.  La città vuole e aspetta ansiosamente, da chiunque sia, che si risolvano


I PROBLEMI VISTI DALL'ANGOLAZIONE/PROSPETTICA DELLA GLOBALE VISIONE/DI TUTTA LA PROBLEMATICA DEI PROBLEMI 
come essi dicono, e che travagliano, per loro implicita ammissione, la città di Torre del Greco
Potremmo continuare all'infinito (purtroppo a noi lo spazio manca) e mettere in evidenza da quale pulpito vengono le prediche commentando rigo per rigo l'articolo di fondo


UN ENTE DA FARSI
oppure

LITORANEA SEMPRE PEGGIO
ma sarebbe fatica sprecata e poi rischieremmo col mettere a dura prova lo stomaco dei nostri lettori con

LE CASSE DI DEFECAZIONE                      
come essi le chiamano e che una volta realizzate servirebbero ad aumentare quello che loro si propongono di eliminare (forse vogliono dire casse di decantazione) e che stanno incrementando con le penne da scrivere di certi servili ripetitori della ... Voce del padrone.