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Tratto dal n°5
de LA TORRE -
26- 03- 1966
 
 
I LETTORI CI SCRIVONO
 
Camaldoli o Colle S. Alfonso
 

Caro Direttore,

La vogliamo definire una buona volta? Si?! E allora:
Hanno torto i Camaldolesi! Hanno torto i P. P. Redentoristi! Ha torto Umberto Acampora! Ha torto l'avv. Michele Maglione! Maggiormente quest'ultimo anche se, misero me, debbo dare torto ad un valente avvocato che ha preso la «difesa» degli «indifesi» P.P. Redentoristi.
La proprietà di una zona di riguardevole estensione, quale è appunto la collina in questione, non dà diritto di imporre il nome che si vuole o cambiarlo, secondo le successioni e i passaggi di proprietà.
Notiamo attraverso i cronologici trasferimenti di proprietà citati dall'avv. Magliulo che:
1) Intorno al 1400 i cristiani della zona, consacrarono, (e nessuno in seguito avrebbe dovuto sconsacrare) la collinetta all'Arcangelo Michele, e vi costruirono un tempietto. In seguito la collinetta diventò monte e l'arcangelo diventò angelo. La collinetta fu promossa e l'arcangelo fu degradato...quindi monte S. Angelo.
2) Nel 1602 dopo due secoli i Camaldolesi acquistarono la chiesetta con tutta la tenuta annessa e battezzarono il tutto in: i Camaldoli di Torre del Greco.
3) Ancora due secoli dopo, nel 1807 i P.P. Camaldolesi furono espulsi dai Bonaparte e nessuno accennò minimamente a denominare la zona Montenapoleone... come la via omonima di Milano. Nel 1826 tornarono i Camaldolesi, (è sempre l'avv. Maglione che parla), e vi rimasero fino al 1866, quando furono definitivamente esiliati (oh che bei tempi!) Anche allora nessuno si accinse a chiamare la località: monte Giuseppe Garibaldi.
4) Nel 1875 il tutto fu comprato dall'on. Federico Capone e nemmeno questi essendo onorevole, si permise di denominare la zona: Monte S. Federico o Monte Gallo promovendo il Capone.
5) Nel 1906 il colle passò al barone russo (russo lettera minuscola, attenzione proto!) Carlo Pontus de Knoring, il quale maniaco com'era , neppure si sognò di denominare quella zona Monte S. Nicola o S. Alessandro, in omaggio agli zar di tutte le Russie.
6) Nel 1915 passò quindi all'ingegnere Antonio Amodio (ricordo ancora la sua bella figura di signore e professionista?, e nemmeno lui si permise di denominare la località Monte S. Antonio o Amodio.
7) In ultimo nel 1943 neanche la baronessa Maria Ursula Von Stoher ebbe la lontana idea di cambiare il nome del luogo. Nel 1954 invece, appena la zona entra in possesso dei P.P. Redentoristi questi, secondo l'avv. Michele Maglione, giustamente e legalmente imposero il nome: COLLE S. ALFONSO.
Non è legale cambiare denominazioni antiche senza un decreto del Presidente della Repubblica - Questo per la parte legale. Ma non è nemmeno giusto.
Auguro all'avv. Maglione (guarda un po' si chiama Michele) fra cento anni ed oltre, di non trovarsi a tu per tu con l'arcangelo Michele, il quale come tutti sappiamo è armato di spada lunga e fiammante e non troverà disposti a difenderlo né i P.P. Camaldolesi, né i P.P. Redentoristi dalle giuste ire di questo Santo, che esiste prima della creazione del Mondo, ingiustamente defraudato della collinetta di Torre del Greco, che portava il suo nome, anche se era sottinteso nel nome Monte S. Angelo.
Sappiamo, per realtà delle cose, che tutte le chiese erette sulle sommità di montagne quasi sempre sono dedicate a S. Michele.
Quindi dato che non vi sono dubbi, ed è lo stesso avv. Maglione a dirlo, il nome da conservare è quello di Monte S. Angelo. Tutto deve rimanere come era prima che venissero i P.P. Redentoristi.
Abbiamo dimostrato che nel corso dei secoli la volontà del popolo (quello cristiano) consacrò quella zona e quella chiesetta all'Arcangelo S. Michele e che nessun laico si permise di profanare o di cambiare denominazione. Lo fecero invece i religiosi, cioè : i Camaldolesi un tempo ed attualmente i P.P. Redentoristi, che a quanto pare spadroneggiano troppo.

Raffaele Raimondo

"La Torre" n°4 /8.3.1966
I LETTORI CI SCRIVONO

Camaldoli o Colle S. Alfonso

Caro direttore,
ho letto la lettera del sig. Umberto Acampora pubblicata nel n. 2 del 1966 del Giornale «LA TORRE», nonché il tuo significativo invito ad una discussione sulla questione «per cercarla di definire una buona volta»
Accetto l'invito e passo all'esame delle argomentazioni poste sul tappeto.
Il sig. Acampora, infatti, richiamandosi ad una sua precedente lettera sotto il titolo «Una questione di toponomastica», certamente ispirato da poca simpatia verso i RR. PP. Redentoristi ed evidentemente non erudito sul concetto giuridico di toponomastica e di diritto di proprietà, assume che i PP. RR. Hanno «abusivamente» cambiato la denominazione trasecolare di «Camaldoli di Torre del Greco» già «Monte S. Angelo», sostituendola con un'altra nuova di zecca : «Colle S. Alfonso», ponendo, altresì, accanto alle targhe viarie del tratto di via Nazionale al Monte dei Camaldoli, dei cartelloni con la dicitura «Colle S. Alfonso» sottolineata da una freccia di direzione. Rammaricandosi che le sue doglianze non avevano, a suo tempo, interessato nessuno, le ha riproposte oggi a distanza di quattro anni, scagliandosi contro gli indifesi P. Redentoristi i quali diffonderebbero INGIUSTAMENTE ED ILLEGALMENTE il nome di «Colle S. Alfonso» e chiedendo addirittura l'intervento delle autorità cittadine per SPAZZAR VIA gli arbitri privati.
Diciamo subito che i RR. PP. Redentoristi non hanno commesso né abusi né illegalità. Ad essi la proprietà del cole in questione è pervenuta attraverso i seguenti cronologici trasferimenti:
Intorno al 1400 i cristiani della zona consacrarono la collinetta all'Arc. S. Michele e vi costruirono un tempietto affidandolo alla cura spirituale del clero della città di Torre del Greco e per tale motivo detta collinetta venne denominata «Monte S. Angelo» e successivamente quando nel secolo XVI, fu eretto sulla strada regia, che da Napoli conduceva a Reggio, il monumentale Epitaffio, il monte venne chiamato
«S. Angelo al Pitaffio» proprio perché nelle vicinanze del monumento si apriva una stradetta tutt'ora esistente che saliva al monte.
Nel 1602 i Camaldolesi acquistarono la predetta chiesa con tutta la tenuta annessa e da allora il monte «S. Angelo al Pitaffio» si cominciò a chiamare «Camaldoli di Torre del Greco».
I PP. Camaldolesi furono espulsi dalla loro proprietà una prima volta all'inizio del 1807 da Giuseppe Napoleone, ritornati poi nel 1826, furono definitivamente esiliati nel luglio del 1866.
Nel 1875 il tutto fu comprato dall'on. Federico Capone, per passare poi, nel 1906 al Barone Russo Carlo Pontus de Knoring, e da questi nel 1915 all'ing. Antonio Amodio, e nel 1943 ancora alla baronessa Maria Ursula Von Stoher la quale finalmente, nel 1954, trasferì la proprietà del monte ai RR. PP. Redentoristi, figli di S. Alfonso.
I «Camaldoli» allora GIUSTAMENTE E LEGALMENTE furono battezzati con il nome di «Colle S. Alfonso».
Tanto premesso, e chiaro che la denominazione «Camaldoli» non rappresentava assolutamente un nume geografico, ma identificava semplicemente, attraverso i proprietari dell'epoca, la località ove era stato il monastero dei Camaldolesi .
Oggi che l'immobile in questione - non più di proprietà dei monaci Camaldolesi - è stato trasferito in proprietà ai figli di S. Alfonso, è giuridicamente valida l'attuale denominazione di «Colle S. Alfonso» perché i Padri Redentoristi esercitano un loro sacrosanto ed incontestabile diritto.
Ti ringrazio per l'ospitalità e cordialmente ti saluto.

(Avv. Michele Maglione)