Home page > Articoli >Considerazioni poco serie sul serio
 
Tratto dal n°16
de LA TORRE -
16 - 09- 1968
 
 
 
Considerazioni poco serie sul serio
 
di Rafaele Raimondo


Quando una parola entra nelle simpatie della gente è un castigo di Dio.
Sulla fine del 1966 nelle rubrica «Canzonissima» che quell'anno chiamarono «Scala Reale» un grande attore napoletano creò una caratteristica macchietta, quella del «lavoratore di camera » Gaetano Pappagone, al quale diede un modo di esprimersi tutto particolare.
Divenne uno strazio: al bar, in ufficio, per la strada, insomma da per tutto, fummo condannati a sentire in continuazione: «Ecque qua», «Piriché?», «Non metto lingua» ecc.
Oggi è entrato nelle simpatie degli uomini politici il « problema ». Dicemmo già l'altra volta dell'abuso di questa parola in un solo periodo di un giornale cittadino…Lo abbiamo riletto e l'abbiamo trovata in due sole pagine, la prima e l'ultima, per un totale di una trentina di volte. Ma il bello è che gli agitatori dei problemi cittadini, sempre nello stesso giornale, ci tengono a mettere in evidenza che solo essi sono gli elementi idonei e indispensabili a risolverli. Il lettore non pensa con me, che in realtà ognuno di essi si propone invece di risolvere il «proprio problema» ?
A Torre del Greco, veramente un problema c'è, difficilissimo da risolversi; lo chiameremo IL PROBLEMA DEI PROBLEMI
Eccolo, ve lo riproponiamo: Un fiumiciattolo, sotterraneo, violento, spumeggiante, scrosciante, sfociava in un elegante padiglione, attraverso cento cannelli dal rispettabile diametro di un paio di centimetri ognuno. Supponiamo che da ogni cannello fuoriuscisse ogni cinque secondi un litro d'acqua, carbonica-alcalina purissima, simile a quella che oggi si vende in bottiglie, con gli attestati clinici, e che ogni cannello desse perciò ogni minuto dodici litri d'acqua.
I cento cannelli emettevano quindi milleduecento litri di acqua al minuto, 72 mila litri all'ora e la bazzecola di 1 milione 728.000 litri ogni 24 ore. Tutta quest'acqua un bel giorno, si inquinò (?!) e scomparve totalmente come d'incanto.
Si può sapere:
1)Come e perché l'inquinamento ha determinato la totale scomparsa dell'acqua.
2)Dove è andata a finire tutta l'acqua.
Per ingarbugliare maggiormente il problema vi diciamo che, quando non funzionava l'acquedotto a causa degli eventi bellici, quell'acqua bastò ed avanzò per il fabbisogno dei torresi e degli abitanti dei comuni viciniori risolvendo, è il caso di dirlo, un grossissimo problema.
Se c'è qualcuno in grado di risolverlo (ci riferiamo al primo, quello insoluto), si faccia avanti. Inoltre, se c'è qualche lettore che possa pensare, sia pure con debole speranza, che esista chi potrebbe risolvere il problema, ebbene gli diciamo subito che è degno di essere insignito dello «O…scar di fesso».

* * *

Queste cose si verificano ai piedi di una montagna, una volta vulcanicamente attiva e dinamica che, guardando degli uomini operare ai suoi piedi, pardon, alle sue falde, si è addormentata per la noia. Ditemi che non è vero, dopo di aver appreso che nel prossimo Consiglio Comunale, affinché si amministri con una certa validità una città come Torre del Greco, non possano mancare alcuni dei 23 consiglieri 23. Chi dissente della loro condanna in blocco è nientedimeno che un fervente comunista, il quale dimentica che i gruppi dell'opposizione, appoggiati dal consenso pubblico generale (c'ero anch'io) crearono un'atmosfera da Parigi 14 luglio 1789 o Napoli 15 maggio 1848. Mica ingenuo il piccioncino!...

* * *

Facemmo piangere perfino Gesù Cristo, almeno così si racconta:
Sulle pendici del Vesuvio cresce un tipo di vite da cui si ricava un vino famoso: il «Lacrima Christi».
La leggenda narra che Gesù , girando il mondo, (è leggenda perché sappiamo tutti che Egli uscì dalla Palestina una volta soltanto, quando con i suoi genitori fuggì in Egitto), dunque, girando il mondo, arrivò anche nella Campania-felix, salì sul Vesuvio, guardando in giro, ammirò il panorama stupendo ed esclamò: - E' un paradiso in terra; ma gli uomini che birboni! (La Sua dolcissima ed infinita bontà non gli consentiva di usare altre parole più appropriate).
Il pensiero della malignità, della piccineria e della furbizia umana Lo fece piangere e le lacrime bagnarono il suolo. In quel punto preciso alcune donne piantarono dei magliuoli (volgarmente dette puche ) che attecchirono rigorosamente. Perciò il vino che da quella vite si ricava si chiama «Lacrima Christi».
Fin qui è leggenda, poi è venuta la storia. Non quella con la esse maiuscola ma quella che fa esclamare anche a chi è fornito di una buona dose di pazienza: - Ma…questa storia quando finisce?
Se anche voi lo dite, e dai vari «capoccioni» non vi fate attaccare sulla testa il ferro ed alle mani e ai piedi i fili a loro piacimento, la prima cosa che essi fanno è quella di staccarvi il saluto, come potrebbero fare l'ENEL e la SIP, se voi non pagaste le bollette, staccandovi la luce ed il telefono. Quando accade ciò, vuol dire che il «capoccia», de-mo-cra-ti-ca-men-te è in collera con voi. Io sono senza luce e senza telefono!...

* * *

Quando il fenomeno corale dovrebbe funzionare, proprio allora non funziona più. Gli avvenimenti europei dei giorni scorsi ci fanno pensare alle prefiche (erano donne che ai tempi dei Romani venivano pagate con sonanti sesterzi, per piangere, con alti lamenti e strappandosi i capelli, i morti altrui. Nel Napoletano fino a poco tempo fa esistevano ancora ). Abbiamo visto durante la trasmissione dei lunghi «Telegiornali» lo atteggiamento prostrato dei presentatori delle notizie e dei filmati provenienti dalla Cecoslovacchia, mentre descrivevano ed illustravano le prepotenze dei russi sul popolo fratello. Che cosa ci saremmo dovuto aspettare? Che lo squillo del telefono a portata di mano dello speaker trillasse di continuo ad opera delle centinaia di migliaia di comunisti i-ta-lia-ni, toccati nella regione precordiale desiderosi di annunziare la loro indignazione per l'atto prevaricatore ai danni della libertà dei fratelli ceki.
Niente di tutto questo; per i compagni è come se i televisori non avessero funzionato affatto. Se i cittadini di Praga mostravano il pugno verso i carri armati sovietici, i compagni telespettatori mostravano il pugno destro verso il telecronista con movimento ondulatorio e avendo cura di mettere la mano sinistra al di sopra dell'avambraccio destro.
Non perché i comunisti non hanno cuore, ma perché si sono fatti convincere che solo dalla professione di quella dottrina possono venire la pace, la prosperità, il benessere, e che il nostro «boom» economico è una specie di carestia di fronte al tenore di vita del cittadino che vive al di là della cortina di ferro. Anche se così non fosse, pensano al benessere del tubo digerente e non a quello del cervello. Sono convinti, infine che «l'Unità», cioè la traduzione in italiano della «Pravda» moscovita, combatte per la democrazia e la libertà di tutti i popoli, compreso quello cecoslovacco, e, perché no?, anche del nostro, quando sarà diventato il popolo italo-bislacco. Fra pochissimo tempo i vari Svoboda, Dubcek e «compagni», in posizione verticale o in quella orizzontale, scompariranno dalla scena e tutto ritornerò come prima, anzi peggio di prima. Invece di cantare: - Corriamo! Corriamo! Diciamo invece: - Preghiamo! Preghiamo! Preghiamo che gli avvenimenti in Europa oggi, non diventino i segni premonitori di quello che accadde ieri, quando le Panzer-divisionem e le SS, milizia di un altro partito totalitario, preordinavano le invasioni per andare a mettere l'ordine nelle varie nazioni, anzi in quelle stesse nazioni, inviando come oggi i carri armati ed i vari «Gauleiter» e «Quisling».
La verità è una soltanto: quei sistemi non sono democratici e chi li adotta è contro la libertà, qualunque sia l'ideale che li ispira.
Un'altra tattica comunista è quella di far credere che i compagni gerarchici passi le notti insonni a pensare ai baraccati, ai diseredati, ai disoccupati, ai pensionati, ai mutilati e a tutto ciò che finire in ati; che essi comprendono e sentono il bisogno di tutte le categorie, perché su per giù non si allontanano troppo dal loro modo di vivere. Essi non sono come gli sporchi capitalisti reazionari, che vivono da nababbi.
Poi basta un semplice fatto di cronaca per stabilire la realtà delle cose:
Ignoti malviventi sono penetrati nell'abitazione della onorevole-compagna Maria Antonietta Macciocchi eletta nella nostra circoscrizione, grazie anche ad un cospicuo gruzzolo di voti raccolti per la solerzia dei compagni torresi. La onorevole non era a Roma a seguire con trepidazione gli avvenimenti dell'Europa centrale; era a Sabaudia in una villa - sua o di qualche povero compagno - a godere le ultime di questa estate, abbastanza calda.
Il bottino dei delinquenti è stato il seguente: Un paio di milioncini spiccioli, un indecifrato numero di pellicce, compresa una di visione
(al comizio di chiusura della campagna elettorale a Torre del Greco non la indossava, malgrado una serataccia fredda, ventosa e l'ora tarda), innumerevoli oggetti preziosi, quali orologi d'oro, bracciali, fra i quali uno, cinese, di inestimabile valore. Cinese autentico, per ricordo di Mao Tse-Tung. Chissà se i ladri le hanno lasciato il libretto dei pensieri, che dovrebbe essere il più prezioso. E' il vademecum dei protestatari globali i quali intendono raggiungere le loro aspirazioni procurando allo Stato miliardi di danno. Questa volta non protestano le categorie che finiscono in …ati, i minatori o i braccianti agricoli, ma gli studenti ed in particolar modo quelli ricchi. Parecchi i più turbolenti, sono i figli di miliardari compresi gli arricchiti di guerra, quelli che una volta venivano chiamati pescecani. Sono quelli che d'estate vanno in barca (le barche per loro sono i panfili di centinaia di milioni) e d'inverno vanno a sciare presso le più rinomate e lussuose stazioni climatiche di montagna, accompagnandosi a donnine di alta classe, nella più sfrenata spensieratezza e ostentando il più scandaloso benessere. Il poco tempo che hanno per lo studio lo impiegano a devastare edifici meravigliosi, costringendo lo Stato (siamo tutti noi ) a spendere fior di quattrini per riparare i danni o per prevenirli. Alla Università di Roma abbiamo speso ( siamo sempre noi ) 150 milioni per mettere le inferriate alle finestre dei piani bassi degli edifici delle diverse Facoltà. Capite! Le inferriate all'Università!...Come per le carceri e per i manicomi.
A proposito di manicomi sarebbe opportuno chiuderli, anzi, aprirli mettendo in libertà i matti. Si potrebbe avere la graditissima sorpresa di vederli guariti: infatti essi vedendo quello che accade intorno a loro, si comporterebbero certamente più savi.
Una vera torre di Babele poi sono le Organizzazioni internazionali e le varie alleanze, anch'esse intende a risolvere problemi: O.N.U.
PATTO DI VARSAVIA, NATO, CENTO, SEATO, trattati stipulano, che si rivedono, che si stracciano, linee telefoniche calde, fredde, cavi diretti, aerei supersonici che vanno e vengono, Consiglio di Sicurezza, Ginevre, New York, Parigi ecc. Non se ne capisce più niente. A Parigi una delegazione americana e una nord vietnamita stanno discutendo da quattro-cinque mesi, mentre migliaia di uomini da ambo le parti continuano a morire.
Sarà forse l'aria ad agire negativamente su tutti gli uomini e particolarmente sui grandi. Certo le discussioni si dilungano perché la soluzione ideale non è più quella di Alessandro il Grande per il nodo di Gordio o quella di Camillo per l'invasione dei Gall; anzi sono soluzioni deprecabili ed impossibili: sarebe la guerra, lo sterminio dell'umanità.
Se allora non funzionò a Ginevra la Società delle Nazioni ed oggi non funziona a New York l'ONU, è certamente questione di clima o di territorio.
Vogliamo scegliere una sede ubicata in una nazione appartenente al Terzo Mondo e quindi neutrale? Sì. Allora è già fatto!
Le sede ideale per la discussione e per la firma dei trattati potrebbe essere in India nella regione del Rajastan. E' una ridente cittadina, il suo nome è Merta.
Se putacaso le cose non andranno bene, come sta accedendo da 25 anni a questa parte, si potrà sempre dire senza tema di sbagliarsi:
- Ma quali trattati? Quelli di Merta!...