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Tratto dal n°10 -11
de LA TORRE 
25 - 07 - 1974

 
 

LE «TERMITI» DELLO STATO ...P.P.P...


Partiti, Politicanti, Profittatori,

pseudo...Progressisti, Presuntuosi e Prevaricatori


di RAFFAELE RAIMONDO


Il poeta inglese Alessandro Pope (1688 - 1744), diceva: - "Un partito è la follia di molti a vantaggio di alcuni". Ecco perché noi finanziamo i partiti...
Il grande letterato ed umorista francese Anatole France (1844 - 1898), a chi gli domandava perché non facesse politica, rispondeva: - "Non sono abbastanza privo di talento per occuparmene". Perciò oggi in Italia fanno tutti politica...
Il gran Cancelliere della Germania Ottone Von Bismark (1815 - 1898), disse: "La politica non è una scienza esatta". Ora da noi si pretende di condizionare le esattissime leggi dell'economia con l'alchimia politica.
Il famoso naturalista inglese Tomaso Huxley (1825 - 1895), affermava: - "Il denaro non dà nessuna soddisfazione se l'uomo non se lo guadagna col lavoro: e poi mentre si lavora, non si ha il tempo per spenderlo". A parte che in Italia il lavoro è considerato un castigo di Dio e che il "fesso" che lavora, molte volte, è anche deriso; i governanti, tempo fa, ripristinarono l'ora legale per favorire i "ponti" più o meno lunghi, le vacanze di fine settimane, e per avere più luce diurna per poter scialacquare... e consumare benzina.
Dalla settimana corta si stava già pensando di passare a quella... cortissima, mentre per le scuole già si profilavano le vacanze... invernali per mandare i bambini a sciare con le loro famiglie.
L'economia di uno Stato, come quella di ogni singola famiglia, si basa oltre che sulla logica, che è il contrario della politica, anche e principalmente sulla matematica la quale non è una opinione come la politica, ma è una scienza esatta, anzi esattissima, e quando non la si rispetta, prima o poi viene a galla la verità.
Abbiamo visto e ascoltato, fino alla noia, i vari, i troppi commentatori televisivi parlarci del MIRACOLO ECONOMICO e specialmente dal tecnico in materia, il redattore del Telegiornale, Pasquarelli, che quasi ogni sera dal video "elargiva" miliardi a gogò, assicurandoci che il dollaro o la sterlina erano carta straccia a confronto della lira. - La lira è uscita più forte dalla crisi del dollaro - egli diceva - ora la nostra moneta è nel "serpente". E non diceva, invece, che era nel "sarpante" ( il sarpante, nel gergo militare, è chi è addetto alle latrine).
Poi sapemmo che la lira fluttuava e fluttua oggi, fluttua domani, è venuto il giorno in cui ci siamo accorti di essere stati ..."f(l)uttu(a)ti".
Nessuno sa meglio dei marittimi torresi, che quando la nave affonda, l'ultimo a porsi in salvo è il comandante. Eppure, in questo disastroso naufragio della barca dello Stato, i primi a mettersi al sicuro sono stati i DIRIGENTI STATALI  facendo approvare con "riserva" dal Parlamento, una legge già respinta dalla Corte dei conti, perché non regolare, e si sono... "f(l)uttu(a)ti" diverse centinai di miliardi per super-liquidazioni e super-pensioni (tra i beneficiati anche qualche grosso sindacalista). Dopo di ciò, i governanti si sono accorti che lo Stato non funziona per mancanza di... funzionari. Ora, scialacquatori o non, siamo chiamati, mediante pesante torchiatura, a sborsare in un anno (dicono) 3 mila miliardi per salvare la lira e si può essere più che sicuri: nessuno dei responsabili della catastrofe economica, pagherà un soldo.Il perché è presto detto.
Dopo lo sperpero di molti miliardi, oltre a quelli già citati, nel vano tentativo di abrogare... democraticamente, una legge già approvata dal Parlamenti, con il REFERENDUM sul divorzio e la GRANDE RAPINA da 45 miliardi, che si ripeterà puntualmente ogni anno con i vari, frequenti, supplementi per le spese elettorali, i responsabili della rovina economica del Paese, hanno, sull'esempio dei più feroci delinquenti comuni, organizzato la più grande    ESTORSIONE DEL SECOLO ai danni dei lavoratori e dei piccoli risparmiatori, facendo impallidire, per lo smacco subito, i componenti delle varie "gang" dediti ai sequestri di persona.
Parlano di 3 mila miliardi, ma sanno benissimo che caveranno, esclusivamente dal sangue della povera gente, non 3mila miliardi, ma TREMILA MILIARDI DI MILIARDI e sanno anche che il "problema", come usano dire, sarà risolto, continuando nello sperpero con il loro ulteriore arricchimento assieme a quello dei loro compari e fiancheggiatori che pascolano nelle tenere e sempre fresche erbe del sottobosco politico. E si tratta, quasi sempre, di imprenditori improvvisati, di gente inetta a qualsiasi mestiere, o buoni a nulla in campo professionale, malgrado il "Dott." precede il loro..."riverito" nome.
Una volta, in simili contingenze, si usava colpire i cosiddetti  PESCECANI  cioè coloro che avevano tratto illeciti profitti dalla guerra o dalle conseguenze della guerra, come nel caso attuale. Figuratevi!...lo fecero i governi liberali degli "sporchi capitalisti" e persino il PUZZONE a proposito del quale (e anche circa il valore della lira pur se a quei tempi valeva molto di più) c'è da raccontare la seguente STORIELLA
In territorio italiano, non ricordo bene, pare a Stresa s'incontrarono il primo ministro inglese Chamberlain, il premier francese Daladier e Mussolini (allora tutti gli leccavano gli stivali). Seduti intorno ad un meraviglioso tavolo di marmo cipollino, dopo un lauto pranzo, al momento di pagare il conto, nacquero le solite schermaglie che si usano tra amici perché ognuno di loro voleva l'onore di offrire. Il più anziano di loro, Sir Neville Chamberlain, in omaggio al "duce" e alla "grandezza romana" propose di pagare alla... medesima, cioè alla romana, che consiste appunto nel pagare ognuno la propria quota.
Messi d'accordo, Chamberlain cavò di tasca il borsellino, prese una sterlina d'oro recante l'immagine di Giorgio V, e la fece cadere sul marmo del tavolo. Nell'impatto la luccicante moneta, oltre ai bagliori del nobile metallo, emise anche il suo non meno nobile suono.
Edouard Daladier, al canto suo, estrasse dalla tasca un pesante pezzo d'argento da cento franchi, sul quale c'era coniata "Marianna" e il motto Liberté-Egalité-Fraternité, e quasi lo sbatté sul tavolo provocando un gradevolissimo e prolungato tintinnio.
Mussolini, a sua volta, prese di tasca il portafogli e dopo aver frugato tra le carte in esso contenute, estrasse un biglietto da cinquanta lire, che una folata di brezza spirante dal lago fece svolazzare, mentre egli lesto, tentava invano di afferrarlo. La sua mano raggiunse l'azzurrino biglietto di banca soltanto nel preciso istante in cui toccava terra.  Un po' la panciera stretta, un po' il cinturone, un po' lo stomaco pieno, fecero si che nel chinarsi si udì, abbastanza forte, un rumore che non lasciava alcun dubbio circa la sua provenienza. Il duce, mortificatissimo, roteava gli occhi più velocemente del solito, mentre il rossore gli invadeva il volto e gli altri due statisti si scambiavano delle occhiate furtive. Fu Chamberlain a togliere Mussolini dall'imbarazzo quando, con la sua innata flemma inglese, esclamò: - Non si preoccupi, Eccellenza, ogni moneta ha il proprio suono!
Dopo la storiella, vi è piaciuta o no, riprendiamo il filo per concludere che il denaro che manca dalle casse dello Stato non è quello che si vuole estorcere alla povera gente. Le moltissime migliaia di miliardi da recuperare, o sono già all'estero oppure, in vista della "trobbea", sono stati investiti in beni di natura pregiata... da gente facilmente identificabile. Il salasso in corso servirà solo a rimandare di poco la resa dei conti, che dovrà pur venire per Dio, ma non ad evitarla.
L'imbecille, il fesso col botto, ascolta le fesserie che gli propina la TELEVISIONE e non si domanda perché, con tanti corrispondenti dislocati in ogni angolo del mondo, non gli fanno mai sapere che "dice" di noi e dei nostri governanti, la STAMPA ESTERA la quale già da anni prevedeva la fine che abbiamo fatto, nel consigliarci di stringere un po' il c...ordone della borsa. Al detto imbecille, gli fanno sapere, invece, che in Russia non c'è LA LIBERTA' e i "culturati" fanno sapere che il "martire" Solgenitsin ha scritto un libro in cui denunzia gli "orrori" dei campi di concentramento.
Lo scrittore, o secondo i fessi l'"eroe", ne ha già scritti diversi. Con diritti d'autore e il premio Nobel, ha accumulato tanti, ma tanti, quattrini per cui non gli conviene essere un socialista. E siccome l'ultimo libro che ha scritto ha per titolo ARCIPELAGO GULAG bene hanno fatto le autorità sovietiche nel prenderlo con le mole e mandarlo a fare la Gul...ag.
Quindi per non esser presi per fessi dai novelli "Mario Appelius", "Ezio Maria Gray" e "Giovanni Ansaldo"", con le loro (nuove...) CRONACHE DEL REGIME è preferibile girare l'interruttore e parlare un po' di PALLONE incominciando così col dire subito che, a Roma alcuni tifosi, esasperati per la sconfitta subita dalla nazionale di calcio italiana ad opera della più meritevole squadra polacca, invece di prendersela con i loro beniamini dalle gambe molli e dal fiato corto, hanno "bombardato" il portone dell'ambasciata di Polonia con uova marce e pomodori e che, sempre a Roma, un giovane ventunenne, certo Franco Pera, si è tagliato le vene dei polsi...perché Gigi Riva non aveva segnato...
E' bene non procedere oltre su questo argomento per evitare litigi col mio Direttore, il quale dirà certamente che l'anormale sono io e che non capisco niente di sport. Forse avrà anche ragione, ma che volete io non provo nessun interesse per il pallone a qualsiasi livello. Sono refrattario. Perciò passiamo alle cose di casa nostra, cioè a quelle di TORRE DEL GRECO incominciando da Villa Vallelonga che per essere...longa, attende da "longo" tempo di essere salvata. In questi giorni hanno nominato anche i "membri"delle commissioni addette all'opera di salvataggio. Non mi viene nemmeno la voglia di aggiungere altro, perché penso che qualche..."longa" mano è tesa su quel nobile edificio e che il suo destino è stato già deciso.
Qualche cosa, però, c'è da dire sulla FESTA DEI QUATTRO ALTARI  che anche quest'anno è calata paurosamente di tono, fatta eccezione per i tappeti floreali dove i giovani artisti torresi, nel migliorare la loro esecuzione, hanno dato un pò di prestigio alla scadentissima manifestazione. Ma è stata come la classica goccia d'acqua nell'oceano.
Come tutte le cose sacrificate in nome del falso progresso, anche questa superba manifestazione di Arte e di Fede, orgoglio del popolo torrese, è stata degradata e resa cafona sotto tutti i punti di vista. Ma sanno i signori del Comitato quale responsabilità assumono? Sanno che cosa è la festa del Corpus Domini? Conoscono le sue caratteristiche obbligatorie? Qualcuno ha fatto mai capire loro che la data non deve essere spostata a capriccio?
Occorre innanzi tutto, com'è prescritto dalla Chiesa, "inchiodare" la data della festa sull'OTTAVA della solennità del Corpus Domini e ridare alla festa il suo inconfondibile carattere, conservato nel corso dei secoli e scrupolosamente rispettato dai torresi prima che sopraggiungessero i cafoni.
Più di una festa qualsiasi, la nostra è una grande solennità religiosa, è la più grande festa della Cristianità e Torre del Greco, nella stessa data commemora il suo RISCATTO  BARONALE.
Ori, drappi, festoni, grandi giardini, ornamenti floreali e simboli Eucaristici, oltre agli altari, fontane, quadri e statue, erano e sono le caratteristiche della solennissima celebrazione, fin dal 1264 da quando, cioè, Papa Urbano IV la istituì. Togliere uno soltanto di questi elementi, ognuno dei quali ha il suo preciso significato, vuol dire non essere all'altezza del compito e di questo, non abbiamo alcun dubbio.
Come dicevamo prima, la festa deve durare, come prescrive la regola, limitatamente ai giorni di mercoledì e giovedì dopo la solennità del Corpus Domini, non dando ascolto a chi dice che, essendo la festa infrasettimanale, non vengono i forestieri. Verranno certamente quando vedranno la festa com'era una volta. Se poi veramente non venissero..salut'a nuie!. 
Altre ferree decisioni da prendere (lo so che sto parlando col Kaiser): Cacciare, possibilmente in modo violento, i cantanti e i concertini, siano oppure no della RAI-TV, con i loro presentatori e gli "ospiti d'onore" (fosse anche Franco Franchi); ripristinare i lussureggianti giardini; intrecciare, in alto, per le strade e per le piazze, migliaia di festoni, addobbi floreali e drappeggi, e CHIUDERE  il centro urbano alla circolazione di qualsiasi veicolo, comprese le carrozzine dei bambini (per queste creare, per tutto l'anno, l'isola pedonale).
Avendo come si è detto, la festa una durata limitata si può avere la pretesa di chiedere agli automobilisti di togliersi, almeno per un giorno, dalle...pal...izzate che, naturalmente, andrebbero smontate immediatamente dopo la chiusura della festa. Insomma la manifestazione dev'essere sfarzosa, artistica (per davvero) e deve durare, come una volta, una notte soltanto.
Persistendo, caparbiamente nell'attuale degenerata formula, invece di celebrare la festa del Riscatto, facciamo, invece, la festa del RI...SCHIATTO dato che, ogni anno, c'è solo 'a schiattà 'ncuorpo, nel vedere le solite miserabili, "fetecchie" senza alcun significato. Se poi non si hanno i mezzi, se la presunzione di certi "artisti" ne impedisce la realizzazione, se non si ha il coraggio di fare tutto quanto si è detto, si abbia almeno il buon senso di sopprimerla, evitando così di far CADERE nel ridicolo la "città degli artisti", come l'hanno fatto CADERE i politici che hanno fatto CADERE l'Amministrazione Comunale.
A proposito di quest'ennesima crisi al Comune, dovete beccarvi quest'altra STORIELLA con la quale saprete perché i componenti la nostra civica amministrazione non vanno, né potranno andare mai, d'accordo.
Quando Federico II fece di Napoli la capitale del Regno, per difenderla dai pirati saraceni, fece costruire lungo tutto il litorale del golfo diverse torri, tra le quali la Turris Octava. Poi, per costituire la guarnigione di detta torre, fece venire dalla Sicilia uomini della colonia greca di quell'isola, credendo che, essendo greci anche gli abitanti della plaga vesuviana, avrebbero potuto più facilmente andare d'accordo tra loro. Federico, pur essendo un grand'uomo, si sbagliò di grosso: i greci del luogo non andarono d'accordo con i greci venuti dalla Sicilia e quest'ultimi dovettero ritornare nella loro terra di Trinacria. Ancora oggi è vivo il detto siciliano: "Ntra Grieci e Grieci nun ce vinni abbrascio" (Tra Greci e Greci non ci venne abbraccio). Né si è mai saputo chi erano i più turbolenti.
Ecco perché lo STATO del nostro Comune è STATO portato allo stesso STATO dello STATO e non sappiamo chi è STATO.